Corsica
Le cose da vedere in Corsica sono tantissime, a partire dalle numerose e variegate spiagge adatte a
tutti i gusti, per continuare all'interno con le splendide montagne che consentono ampie possibilità
di escursioni tra fitti boschi, rocce e cascate: senza contare che a maggio è già possibile fare un tuffo
in mare magari dopo aver passato la mattinata a sciare sulle montagne dell’interno. Centri principali
sono Ajaccio e Bastia: la prima, sulla costa occidentale, è la patria di Napoleone, un luogo dalla baia
meravigliosa e profonda quasi come un fiordo tra i promontori de la Parata e di Castagna, e con la
città murata genovese che rimane circondata dal Borgo, e chi arriva dal mare viene accolto da una
vista magnifica. Il centro storico è un gruppo di antiche vie che si distendono a nord e sud di Place
Foch, deliziosa piazza incorniciata da palme, che digrada verso il mare e costellata da caffè e
ristoranti. Bastia si trova presso la penisola che conduce al Cap Corse, il "dito" dell’isola famoso per
la località di Macinaggio. Le spiagge migliori si trovano nella parte sud orientale, nei dintorni della
città di Porto Vecchio. Qui la sabbia è bianca, fine con rocce granitiche e calcaree, molto levigate,
con scorci che ricordano la nostra Sardegna. La Palombaggia e la baia di Rondinara sono due dei
luoghi più celebri. Più a sud si trova Bonifacio con la città arroccata a strapiombo sul mare e in
lontananza il profilo dei graniti rosa di Sardegna. Qui è d'obbligo una gita in barca per la falesia
di Bonifacio, una serie di rocce a strati e a picco sul mare, alla cui base si aprono grotte spettacolari
con il colore delle acque dalle tonalità incredibili. La zona che va da Porto Nuovo a Calvi è
dominata dalle rocce a picco sul mare, ma si possono però trovare calette con spiagge dai mille
colori. Altre perle da ricordare sono il parco nazionale della Scandola, meraviglia della natura, e
visitabile con un’escursione in barca, l’Ile Rousse, vivace località di mare con negozi, possibilità di
shopping e una discreta vita notturna. Troviamo poi la zona del Col di Bavella con fitte pinete
circondate da pareti impressionanti di granito rosa del monte Incudine. Infine per gli appassionati di
montagna troviamo Corte, nel cuore della Corsica, da dove partire per provare l'emozione di
scoprire i sentieri corsi, tra alte montagne e foreste impenetrabili, come nella gola di Restonica.
Ovviamente essendo nel Mediterraneo, clima e fuso orario sono come in Italia.
La Réunion
Un massiccio montagnoso nato da un vulcano milioni di anni fa, dal 1973 è a tutti gli effetti un
dipartimento francese e questa sua particolare situazione politica ha creato un ulteriore e
affascinante miscuglio di abitudini, di culture e religioni diverse tra l’Europa, l’Africa e l’Asia. La
popolazione è una testimonianza di armonia e rispetto reciproco e la natura sembra anch’essa
rispecchiare i tanti volti del suo popolo. Nonostante il forte legame con la Francia, gli abitanti di
quest’isola grande come il Lussemburgo hanno mantenuto gli usi, i costumi e le tradizioni dei propri
antenati. Tant’è che nelle località più grandi come Saint Denis, le moschee e i muezzin si trovano
accanto a colorati templi buddisti e a bonzi e a chiese coloniali con parroci che richiamano i fedeli
con le campane. La Réunion è un paese da scoprire e da vivere intensamente, uno spazio verde
immenso nel cuore dell’Oceano Indiano così vicina, ma tanto diversa da Mauritius, con i suoi
spettacolari rilievi montuosi, distese di prati, i famosi cirques, il vulcano e tante cime irte che
incutono timore: è davvero un’isola spettacolare. La vegetazione è lussureggiante con una flora
variegata: sul litorale la canna da zucchero e il fialos, l'Ylang Ylang, la vaniglia, il geranio, il vetiver, i
rododendri, i bounganville, le azalee, i fiammeggianti, gli alamandas, formano un cocktail di colori
e di profumi esotici. Sulle alture tamarindi, ortensie, fischiai selvatici, felci giganti in un ensemble
vivace. Anche gli uccelli sono numerosi: il cardinale, il martino, la tortorella e il magnifico paglio in
coda. Da visitare la capitale Saint-Denis con la passeggiata lungomare chiamata Barachois, la
cattedrale, la quale costruzione fu ultimata nel 1832, il museo di storia naturale dove sono esposti
pesci, farfalle, e uccelli che rappresentano la fauna locale, il mercato pieno di colori dove si trovano
i prodotti artigianali. Poi le spiagge Boucan Canot, Saint-Gilles, Le Lagon De La Saline et
dell'Hermitage. E ancora La Ravine Saint-Gilles con i suoi bacini: Malheur, il più alto dei tre, il più
sorprendente per il colore delle sue acque fresche che invitano a fare un tuffo, il Cormaran, il più
grande e il Des Aigrettes, luogo selvaggio immerso tra le felci, molto apprezzato per la balneazione
ed il pic nic. Da ricordare anche la cooperativa della vaniglia di Bras Panon, la regione di Saint
André che attirò nel XIX secolo gli immigranti "Malabars" originari del sud dell'India e che pullula di
templi tamoils dai muri ornati di colorati affreschi. L'interno dell'isola é di una bellezza
impressionante non appena ci si avvicina ai tre crateri scavati dall'erosione e dal tempo: Mafate a
nord-ovest, Salazie a nord-est e Cilaos a sud. Di circa una decina di chilometri di diametro ogni
cratere é bordato da muraglioni rocciosi invalicabili, e si apre sul mare unicamente dal letto di un
fiume incassato tra due vertiginose pareti. E infine gli altipiani, il Piton des Neiges che s'innalza a
3069 mt e il Massiccio del Piton de la Fournaise offrono al visitatore, a poca distanza da un litorale
verdeggiante e soleggiato, una visione strabiliante ed indimenticabile. Andare alla scoperta del
Vulcano e degli altipiani costituisce senza dubbio un percorso entusiasmante ed immancabile. La
strada sale rapidamente svelando una foresta umida: la Plaine des Palmistes, verdissima, favorisce la
presenza di felci ed orchidee. La Plaine de Cafres un immenso ghiacciaio che con i suoi 2000 mt di
altitudine apporta freschezza ed è l’anticamera della Fournaise. D'influenza francese, indiana, creola
e cinese, la cucina è una squisitezza: il piatto più comune è il cari, carne o pesce cucinati in una salsa
di pomodoro, cipolle, aglio e curcuma. Tale specialità è accompagnata da riso, legumi (lenticchie o
fagioli), brèdes (una varietà locale di spinaci) e dal rougail (salsa a base di pomodoro, aglio, zenzero
e cipolla). Gli achards (legumi finemente tagliati e piccanti) sono serviti insieme ad altri piatti. Negli
"Hauts", dopo una bella camminata, è piacevole trovare ottime trattorie che servono un cari o un
rougail di salsicce rinvigorente. In città potrete mangiare in modo rapido e a buon prezzo: samoussa
(frittelle farcite e aromatizzate), bonbon piment (frittelle piccanti) o polpette di carne alla cinese. Per
quanto riguarda le bevande, assaggiate il rum corretto aromatizzato alle spezie, non ve ne pentirete.
Clima: di tipo tropicale caldo-umido, ma varia molto in funzione dell'altezza e dell'esposizione ai
venti prevalenti. Nell'isola esistono due stagioni distinte, la stagione delle piogge, calda e umida che
va da dicembre a febbraio con temperature medie che vanno dai 23°C ai 30°C e la stagione fresca e
secca che va da maggio a novembre con temperature medie che variano tra i 25°C e i 18°C. La
temperatura si abbassa con l'aumentare dell'altitudine e in alta montagna si possono raggiungere
anche temperature sotto lo zero. Tra gennaio e marzo l'isola può essere colpita dai cicloni. Il
capoluogo dell'isola Saint-Denis, che si trova all'estremo nord, riceve mediamente circa 1150 mm di
pioggia l’anno. La costa orientale, generalmente più fresca, è la zona più piovosa dell'isola con
punte che raggiungono anche i 4000/8000 mm di pioggia l’anno. La costa occidentale è più calda e
secca qui le precipitazioni raggiungono anche valori inferiori ai 650 mm l’anno. Il periodo migliore
per un viaggio alla Réunion sono i mesi più freschi e secchi tra maggio e novembre. Fuso orario: + 3
h rispetto all'Italia, + 2 h quando da noi vige l'ora legale.
Mayotte
Lembo di terra tra l'Africa e il Madagascar, Mayotte è l'unica delle quattro isole dell'arcipelago arcipelago delle
Comore ad aver scelto, nel 1976, di rimanere territorio francese. Società multietnica. Mayotte
eredita un mosaico di culture: africana, persiana, orientale, malgascio, europea e araba. Questo
incontro di mondi e civiltà ha forgiato una cultura ricca e autentica. Le manifestazioni religiose,
culturali, folkloristiche o sportive sono numerose a Mayotte, dove il senso della festa è innato. Su
una superficie di 376 km 2, è costituita da due isole principali, la Petite Terre e la Grande Terre, e da
una ventina d’isolotti dispersi in una delle più belle lagune del mondo. Le origini vulcaniche hanno
lasciato un cratere, occupato oggi dal lago Dziani. Baobab, alberi dei tulipani o ancora Takamaka
costellano le foreste umide e secche. Si trovano anche vaniglia, ylang-ylang e ben cinquanta specie di
magnifiche orchidee selvatiche. Da ricordare tra la fauna selvatica il machi, una specie di lemure
tipico di Mayotte, e la rossetta, un pipistrello che vola sia di giorno sia di notte. Per scoprire le sue
ricchezze, un sentiero lungo un centinaio di chilometri percorre l'isola e offre la possibilità di
ammirare panorami stupendi e scoprire una storia geologica avvincente, di immergersi nel cuore
della natura e di frequentare un popolo caloroso. Una delle attrazioni principali dell'isola è senza
alcun dubbio la sua barriera corallina, lunga 157 km e che delimita una delle lagune più grandi al
mondo. Il fenomeno della "doppia barriera" è una curiosità della laguna di Mayotte. Al riparo
dall'oceano, la laguna è un angolo di calma che ospita una fauna e una flora diversificata, un vero e
acquario naturale dove vivono armoniosamente piccoli pesci colorati e imponenti mammiferi
marini, inoltre Mayotte propone lo spettacolo delle balene a bozza che insegnano i rudimenti della
vita ai nuovi nati e diverse specie di delfini popolano la laguna. Infine Mayotte è anche il luogo
ideale per l'osservazione delle tartarughe marine, per nuotare insieme a loro o per assistere a una
deposizione delle uova. La cucina è semplice ma gustosa. Un piatto tipico assolutamente da provare
è il trovi ya nadzi: si tratta di uno stufato di carne o di pesce cotto nel latte di cocco con pezzi di
platano e di manioca. Il platano e la manioca si mangiano anche fritti, accompagnati da pollo e
carne di capretto o di zebù. Da provare anche i pesci affumicati (pescecane, pescespada, cernia) e i
crostacei (aragoste, gamberoni, granchi). Come dessert potete assaporare l'oubou (pappa di farina di
manioca zuccherata) o rendere onore ai frutti tropicali, quali mango, litchi, corossol, cerimoia
(anona) e guav. Clima: Mayotte, protetta dalle correnti dell'aliseo orientale dal Madagascar, gode di
un clima tropicale marittimo che comprende due stagioni: quella fresca e asciutta da maggio ad
ottobre e quella calda e umida da novembre ad aprile. Durante la stagione fresca e asciutta l'isola è
ventilata dai venti di sud-est, noti col nome di koussi, mentre nella stagione calda e umida soffiano i
monsoni di nord-ovest, chiamati kashkazi, e sono possibili fenomeni di depressione tropicale,
raramente ciclonici. Le precipitazioni sono moderate e sono più frequenti sui rilievi di Grande-terre
che a livello della laguna. La temperatura media annuale è di 25° C, con temperature medie di 28°
C da gennaio a marzo, e di 24° C da luglio a settembre. Fuso orario: + 2 h rispetto all'Italia, + 1 h
quando da noi vige l'ora legale.
Guadalupa & Martinica
Parte delle Indie Occidentali Francesi, Guadalupa (Guadaloupe) è divisa in due da un braccio di
mare, il fiume salato. La parte ovest dell'isola è chiamata "Basse-Terre", il paradiso verde dove i più
avventurosi potranno addentrarsi nell’immensa foresta tropicale, dall'altra parte, "Grande-Terre" il
centro della vita dell'arcipelago. La città più grande dell’isola, Pointe-à-Pitre, è una cittadina in stile
europeo frequentata per lo shopping, che offre prodotti targati “Made in France” con un risparmio
stimato tra il 20 e il 30 percento. Qui i musei sono presenti in gran quantità: il Saint-John Perse e lo
Schoelcher Museum hanno sede in antiche dimore coloniali. Il museo archeologico Edgar Clerc
mostra ai visitatori la storia degli antenati amerindi di Guadalupa. Gli appassionati di cultura
dovrebbero visitare anche il giardino zoologico, il giardino delle orchidee o le piantagioni di caffè e
di cacao. Natura selvaggia, fondali incantati, dolcezza degli alisei e profumo delle spezie...
l'arcipelago ospita quattro riserve naturali, che rivelano 300 km di sentieri di randonnée, cascate,
fiumi e fiori tropicali nascosti da una foresta lussureggiante dominata dal vulcano Soufrière. La
bellezza di queste isole, è anche la sua ricchezza creola: tradizioni folkloristiche colorate, farandole
del carnevale, sapori speziati della cucina caraibica e musica nata dall'unione delle diverse tradizioni.
Al largo, nelle piccole isole circostanti, si possono incontrare popolazioni che sono cambiate ben
poco nel corso dei secoli: a Terre-De-Haut, parte delle Îles De Saintes, troverete spiagge
incontaminate, dove vivono famiglie discendenti dai marinai bretoni, a Marie - Galante, a sud-est, ci
sono spiagge spettacolari e si produce uno dei migliori rum caraibici, inoltre qui si possono
ammirare le rovine degli zuccherifici coloniali. Infine a nord-est troviamo La Désirade, nota per le
sue spiagge e i suoi panorami incontaminati. L’avifauna è ricca e colorata, troviamo tra gli altri sule
marroni, aironi guardabuoi, gallinelle d’acqua. Le importazioni francesi rendono sensazionali la
cucina di Guadalupa: il paese vanta più di 200 ristoranti, alcuni dei quali situati nelle verande delle
case locali. Il pranzo, o “le déjeuner”, è il pasto principale della giornata. Iniziate con un assaggio di
rum, poi provate le creazioni creole come granchi ripieni, strombo in umido e piatti al curry.
Durante il pasto sono comunemente serviti vini francesi. Clima: tropicale caldo-umido,
caratterizzato da due stagioni distinte, una stagione umida e calda che va da giugno a novembre,
con temperature medie massime di 32°C e medie minime di 24°C, e una stagione secca e più fresca
che va da dicembre a maggio, con temperature medie massime di 31°C e medie minime di 21°C. La
media annuale delle precipitazioni è di 1500-1800 mm, la stagione calda e umida è anche quella in
cui possono verificarsi gli uragani. I mesi migliori per una visita sono quelli più secchi tra novembre e
maggio. Fuso orario: - 5 h rispetto all'Italia, - 6 h quando da noi vige l'ora legale.
Martinica (Martinique) l’isola dell’eleganza e della raffinatezza, incanta con la sua diversità e
la bellezza dei suoi paesaggi: il nord si divide in foresta tropicale e le spiagge dalla sabbia
nera. All'opposto, il sud offre spiagge di sabbia d'oro e una successione di baie tranquille e
punteggiate da isolotti per la felicità degli appassionati di sport nautici. Le coste sono bagnate a Est
dall'Oceano Atlantico e a Ovest dal Mar dei Caraibi. L'isola di Martinica è seducente in tutte le
stagioni e offre con immensa generosità 1080 kmq di paesaggi pieni di contrasti idilliaci, che
testimoniano la ricchezza e la vitalità della flora dell'isola. L'estate dura tutto l'anno e gli alisei
rinfrescano piacevolmente l'aria, muovendo le colorate bounganville, rose, allamande e gli altri
fiori tropicali. La Montagna Pelée con i suoi 1397 m, il più celebre vulcano caraibico, è il punto
culminante della Martinica: a fauna, la flora e la storia del più famoso vulcano dei Caraibi ne fanno
un esempio unico nel suo genere. Ricoperta di rovine e monumenti, la Martinica è francese, con
qualche interruzione, dal 1635: l’imperatrice Giuseppina, consorte di Napoleone, nacque in
Martinica, così come Aimée Dubuc de Rivery, che fu rapita in mare e divenne la sultana Validé,
madre del sultano turco Mahmoud II. I suoi numerosi piccoli musei si concentrano su curiosità come
bambole, coltivazione delle banane e antiche civiltà presenti nell’isola. Gli appassionati di
passeggiate e di gite a cavallo avranno a loro disposizione numerose visite guidate avventurose sulle
ripide, lussureggianti colline di Martinica. Coloro che praticano surf e windsurf non resisteranno alle
sfide dei venti variabili della costa atlantica dell’isola. La capitale, Fort - de - France, offre negozi
chic, il parco fiorito di Savanne, la Bibliothèque Schoelcher e la cattedrale di Saint - Louis, costruita
nel 1895. Qui i ristoranti sono tra i migliori dell’isola. Verso nord lungo la costa c’è St. Pierre, che fu
distrutta, con i suoi 30,000 abitanti, dall’eruzione del vulcano Pelée. Il museo di vulcanologia
espone cimeli ricoperti di lava, di grande impatto. Carbet, un bizzarro villaggio di pescatori, ospitò
per qualche tempo il pittore francese Paul Gauguin, e nell’entroterra si trova Morne Rouge, sede
della piantagione Macintosh, che produce l’anturio, noto fiore della Martinica. Non tralasciate una
visita ad almeno una delle dodici distillerie di rum dell’isola. L’isola vanta una denominazione
ufficiale dalla Francia per la produzione di rum agricolo (un’etichetta di valore simile al Cognac e lo
Champagne). Infine nei paesini si potrà assistere a combattimenti di galli e manguste. La cerimonia
che li precede è una vera e propria esplosione di colori... poi, quando cala la notte, basta lasciarsi
trasportare da una béguine, una mazurca o un zouk, un "vecchio rhum", che accompagnerà un
colombo de cabri (piatto a base di carne molto speziata), granchi ripieni, accras (frittelle) e tutte le
altre delizie della cucina creola. La Martinica è inoltre una destinazione ideale per il Turismo d'Affari,
con infrastrutture di qualità: palazzi dei congressi e hotel quattro stelle garantiscono il successo di
seminari e congressi. Clima: tropicale caldo umido, con temperature costanti durante tutto l'anno, le
medie minime variano tra i 21°C e i 23°C, mentre le medie massime variano tra i 28°C e i 31°C, gli
alisei di nord-est mitigano la temperatura, mentre i venti provenienti da sud sono umidi e caldi e
talvolta portano uragani. Nell'isola esistono due distinte stagioni, la stagione secca tra dicembre e
maggio e quella delle piogge, umida e calda, tra giugno e novembre, la media annuale delle
precipitazioni è attorno ai 2000 mm. I mesi tra giugno e novembre sono anche quelli in cui l'isola
può essere colpita da cicloni tropicali. Il miglior periodo per visitare Martinica è la stagione
relativamente secca tra febbraio e maggio. Fuso orario: - 5 h rispetto all'Italia, - 6 h con l'ora legale.
St Barthelemy & St Martin
L’unico aereo che arriva fino alla piccola isola di Saint Barthelemy, conosciuta come St. Barth, atterra
a tre metri dalla spiaggia di Saint - Jean: l’aeroporto ha una pista di atterraggio corta che non può
ospitare niente di più grande di un aeromobile da venti posti. Sbarcano personaggi da copertina, ma
anche foie gras, paté e champagne destinati per i palati di turisti e abitanti di questa St. Tropez
caraibica. St. Barth è un’isola palcoscenico, ma in questo scampolo tropicale di Francia non ci sono
megadiscoteche, ma piano bar e ristorantini sulla spiaggia. La maggior parte degli abitanti sono
discendenti di lingua francese dei primi coloni normanni e bretoni, perciò il francese è la lingua
ufficiale, sebbene quasi tutti sappiano conversare in inglese. Gustavia è la città principale, con un
porto pieno di yacht a dir poco impressionanti e favolosi negozi duty-free con prodotti francesi e
italiani. La maggior parte del centinaio di ristoranti dell’isola si trovano qui e la cucina francese è al
livello dei migliori ristoranti del mondo. Il pesce è il massimo, dal tonno e l’aragosta spinosa fino
alla zuppa di pesce e alle frittelle di baccalà, preparate con ingredienti d’importazione che arrivano
due volte l’anno da Stati Uniti e Francia. Ogni anno, San Barth ospita il Festival de Musique in
gennaio e febbraio, che attira artisti importanti da ogni parte del mondo e un film festival che si
tiene ad aprile, specializzato in cinema caraibico. È un luogo che offre un sacco di cose da fare, tra
cui snorkeling, windsurf e pesca, ma molto visitatori fanno poco altro che dormire, e mangiare.
L’isoletta ha una ventina di spiagge pubbliche e libere: la spiaggia di Saline, rifugio di uccelli marini e
personaggi con sporta e cappello di paglia, la solitaria Anse a Colombier, raggiungibile a piedi
attraverso un percorso ripido oppure in barca, la più facilmente accessibile Baie de St. Jean
la spiaggia più frequentata e vivace di tutta l’isola, e ancora Anse de Lorient, su una splendida
spiaggia di sabbia bianca e morbida, dal litorale largo e molto lungo, ideale per passeggiate sul
bagnasciuga e Grand Cul de Sac, situata sull'estremità nord orientale dell'isola e luogo da sogno per
praticare gli sport acquatici. Clima: tropicale, quindi caldo tutto l'anno e con temperature in genere
comprese tra i 28-32 gradi centigradi di giorno e minime che si attestano intorno ai 21-23 °C. A
livello di precipitazioni i rovesci tropicali si fanno in genere sentire a maggio e lungo il periodo
estivo, specie ad agosto e settembre, mentre un clima piacevolmente secco si trova in inverno e
inizio a primavera. Fuso orario: - 5 h rispetto all'Italia, - 6 h quando da noi vige l'ora legale.
I piaceri di Saint Martin sono leggendari, dalla sua haute cuisine alle sue spiagge dorate. Quando
varcate la soglia di Saint Martin, varcate la soglia della Francia, e non solo in senso figurato. Saint
Martin fa parte della Francia quanto Marsiglia e Nizza, e un volo da Parigi a quest’isola è
considerato interno. Visitate la capitale Marigot nel giorno di mercato, quando i venditori
occupano i parcheggi, di fronte ai bistrò e alle boutique che fiancheggiano il porto, con prodotti che
vanno dagli alcolici fermentati in casa ai sacchi di juta colmi di cannella, noce moscata e
peperoncino. Saint Martin non è solo un’isola piena di azione ma anche tranquilla. Orient Beach,
forse la spiaggia naturista più nota dei Caraibi, è anche un’ottima location per gli sport acquatici, da
windsurf e moto d’acqua al parascending, che si pratica attaccati a un paracadute a sua volta
trascinato da una barca. Per un’avventura diversa, visitate Lotterie Farm, dove un vecchio sentiero
utilizzato per la tratta degli schiavi vi porterà in alto fino agli alberi di pane, che discendono dalle
piante originali portate nei Caraibi a bordo della nave da guerra Bounty, e ancora la "ferme aux
papillons", stupefacente allevamento di farfalle, dove bellezze come la Ninfa degli alberi
cambogiana e la Morpho blu brasiliana trasformeranno la vostra giornata in una parata svolazzante
di colori, fino alla Mont Vernon Plantation, dove fare un viaggio a ritroso nella storia della
produzione del rum e capire come fosse la vita a quei tempi. Infine un altro sentiero porta a Pic
Paradise, il punto più alto dell’isola. Considerata la “capitale della cucina caraibica”, a Saint Martin
potrete banchettare in uno dei numerosissimi ristoranti dell’isola, in cui si può mangiare bene anche
spendendo poco. Nel villaggio di Grand Case, degli ottimi ristoranti fiancheggiano la strada lungo la
spiaggia, ma qui ci sono anche i lolos, capanne di legno che danno sul mare, dove si può pranzare
con strombo in umido, pesce fritto, riso, fagioli e piantaggine con una spesa minima Le regate, che
hanno reso celebre l'isola, sono l'appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati di vela: la
Heineken Regata, la più classica delle Antille, farà senza dubbio venir voglia di levare l'ancora. E poi,
arrivati al largo, sarà la volta del richiamo dei fondali marini, che offrono più di una trentina di siti
d’immersione e una riserva marina protetta dove balene e delfini vanno a riprodursi. Saint Martin è
inoltre chiamata “l'isola dei pittori”: i suoi colori, raffinato ventaglio di verde, blu, turchese e oro,
sono da sempre una fonte d'ispirazione inesauribile per i pittori di grande notorietà che espongono
nelle numerose gallerie dell'isola. Alcune spiagge da menzionare sono la più lunga dell’isola, Baie
Longue, splendida spiaggia di sabbia dorata e soffice lunga quasi 2 chilometri situata sull'estrema
punta occidentale dell'isola, nelle Lowlands, e considerata una tra le più belle di tutta Saint Martin,
poi Baie Rouge, una splendida striscia di sabbia dorata da cui, guardando verso nord, si può
ammirare Anguilla in lontananza e infine Baie Grand Case, splendida spiaggia di sabbia finissima
bagnata da acque basse, trasparenti e cristalline, vero paradiso per gli amanti del nuoto. Clima:
caratterizzato da una temperatura media diurna in inverno tra 26,7 e i 28,3°C con notti fresche,
mentre l’estate è di qualche grado più calda. Fuso orario: - 5h rispetto all’Italia, - 6h con l'ora legale.
Guyana Francese
Pezzettino di Francia in Sudamerica, la Guyana Francese è, il più vasto dipartimento francese. La
popolazione di cui è composta è una sapiente miscela di francesi e di creoli, ma anche di etnie
amerindie, di comunità brasiliane e cinesi. Nota per i lavori forzati e la corsa all'oro, l'estrazione
dell'oro si apprende sempre, ma a discapito di alcune tribù. Poiché il 96% del territorio è ricoperto
da foresta tropicale, va da sé che il paese ospita una moltitudine di specie animali e vegetali:
percorsa in tutti i sensi da numerosi fiumi e torrenti, la sua foresta amazzonica di otto milioni di
ettari svela i suoi misteri a chi si concede il tempo di scoprirla navigando. Percorrere il Maroni in
piroga, è avere il piacere di condividere la cultura e il modo di vivere delle popolazioni che vivono
lungo i fiumi di etnia amerinda o bushinengé (di origine africana). Oltre ai fiumi, il litorale della
Guyana Francese sorprende grazie alle paludi di Kaw che si estendono su all'incirca 100 000 ettari, a
sud-est di Cayenne: notevole riserva naturale e regno di tre specie protette di caimani e di numerosi
uccelli. Infine, la Guyana Francese è anche storia:, fu colonia penale di cui rimangono i resti a Saint -
Laurent o alle Îles du Salut al largo di Kourou, ed evocazione della conquista spaziale. Il Centro
Spaziale Europeo a Kourou ha trasformato quest’angolo del territorio in un ambiente moderno e
richiama un notevole numero di espatriati, essendo parte integrante della Francia e quindi
dell’Unione Europea. Nella capitale Cayenne, porto più importante del paese, si respira una distesa
atmosfera tropicale: adagiata lungo l'Atlantico, sulla punta occidentale di una piccola penisola
collinosa, è delimitata dai fiumi Caienna e Mahury. La zona più viva è Place des Palmistes, animata
dalla presenza di numerosi caffè e chioschi all'aperto, mentre il quartiere più antico è situato intorno
alla Place Grenoble, in cui si trovano gran parte degli uffici amministrativi della città. Per ascoltare
della buona musica l’ideale sono i club del Village Chinois, mentre la migliore spiaggia della città è a
Rémire - Montjoly a 10 km a sud-est del centro dove ci sono anche le antiche rovine del Fort
Diamant e uno zuccherificio del periodo coloniale. Da non perdere il Carnevale, un periodo di festa
che anima la capitale e ne popola le strade di Touloulous (maschere femminili tradizionali), regine
per una sera. Clima: la Guyana Francese ha un clima tropicale – umido, anche durante il periodo
non piovoso, l’aria è pesante di umidità e nonostante non sia sulle rotte dei cicloni o uragani, il
paese è caratterizzato da forti scrosci temporaleschi. La temperatura si aggira sui 30° e riceve circa
250 cm di pioggia l’anno. L’umidità nel periodo delle piogge si aggira sui 90-100%, mentre nella
stagione secca è del 70-80%. Le piogge cadono pesantemente da aprile a giugno, e maggio è il mese
peggiore, le piogge sono sporadiche a novembre e a marzo. Il periodo molto caldo va da agosto a
ottobre. La capitale Cayenne e le altre città costiere sono meno umide e afose delle aree interne, ma
non abbastanza per lo standard europeo. Fuso orario: -4 h rispetto all'Italia, -5 h con l'ora legale.
Polinesia Francese
La Polinesia Francese è un insieme di 118 fra isole e atolli corallini disseminati su una superficie
oceanica di cinque milioni di kilometri quadrati e raggruppate in cinque arcipelagi: l'arcipelago della
Société, delle Tuamotu, delle Marquises, delle Australes e delle Gambier. L'Arcipelago della Società,
il più occidentale, è formato da due isole montuose circondate di lagune protette dalla barriera
corallina, costellate talvolta da isolotti detti motu. Suddivise tra le Isole Sopravento (Tahiti, Moorea
Tetiaroa, Maiao e Mehetia) e le Isole Sottovento (Huahine, Ra'iatea, Taha'a, Bora Bora, Tupai,
Maupiti, Mopelia) l'Arcipelago della Società ospita più di tre quarti della popolazione complessiva
della Polinesia Francese ed è la principale destinazione turistica del paese. La stragrande
maggioranza dei visitatori, infatti, parte e arriva da Tahiti. L'arcipelago comprende soprattutto isole
montuose, che in alcuni casi raggiungono cime molto elevate. La capitale Amministrativa, Pape'ete,
si trova sull'Isola di Tahiti. Tahiti e le sue isole sono la copia esatta dei quadri di Gauguin: un insieme
di colori favolosi, dal verde intenso delle montagne al blu trasparente delle lagune, passando per il
bianco delle noci di cocco gustate, Queste isole condividono la dolcezza di vivere e il buon umore
contagioso dei loro abitanti, che trasportano chi le visita in un sogno a occhi aperti al ritmo dei canti
polinesiani e riservano mille e una sorpresa agli amanti delle attività nautiche: immersioni subacquee
indimenticabili tra le balene, razze, squali, e banchi di pesci colorati, coralli. Gli appassionati della
randonnée, partiranno a piedi, a cavallo o in bici alla scoperta di montagne, valli e cascate. A est
dell'Arcipelago della Società si trovano le Isole Tuamotu, formate dai tipici atolli corallini. Le Isole
Tuamotu costituiscono il cuore della Polinesia Francese: settantasette atolli che si estendono su una
superficie di 1500 km da nord-est a sud-est e di 500 km da est a ovest. La superficie delle terre
emerse è di soli 700 kmq c.a. ma la sottile striscia di motu che formano le isole racchiude una
superficie complessiva di 6000 kmq di lagune, di cui 1000 kmq solo nell'ampia laguna di Rangiroa.
Gli atolli costituiscono un ambiente fragile e vulnerabile: non hanno alcuna protezione contro i
cicloni, inoltre i terreni poveri e l'assenza di acqua dolce in superficie rendono difficile lo sviluppo
delle colture. Le Tuamotu sono rimaste a lungo in secondo piano rispetto all'Arcipelago della
Società, ma oggi la situazione sta notevolmente cambiando per effetto del turismo e si registra un
costate tasso di crescita della popolazione. Nonostante questo recente sviluppo, le Tuamotu
rimangono comunque un luogo semplice e idilliaco con poche possibilità di svago. Le influenze sono
quelle della cucina francese, e, in misura minore, italiana e cinese, ma materie prime e metodi di
cottura sono quelli tipici del Pacifico: il risultato è una cucina leggera e gustosissima, nei ristoranti di
lusso così come nei baracchini più informali. I leggendari frutti dell’albero del pane, le molte varietà
di banane e i diversi tuberi costituiscono la base della cucina, insieme a frutti tropicali come papaia,
mango, ananas, anguria, pompelmo. I cibi vengono cotti nel forno tipico tahitiano (l’a’ hima’a).
L'arte dell’intreccio produce meraviglie a forma di cappello, borse, cesti e tovaglie. L’attenzione per
il dettaglio e l’amore per la natura trovano espressione nei sontuosi “tifaifai”, copriletto dai motivi
vegetali o etnici cuciti a mano. L’arte si esprime anche attraverso la lavorazione del legno, seguendo
l’ispirazione del momento in legni pregiati, come il “tou”, o il “miro”legno di rosa. La madreperla,
con le sfumature iridate della madreperla levigata. La perla di Tahiti è diventata simbolo di eleganza
e bellezza nel mondo intero: rotonda e perfetta, verde iridato, melanzana, dai riflessi blu, rosa,
mordorè o semplicemente grigia, è sempre affascinante, per il suo splendore e la sua classe. Pilastro
dell’identità culturale ma’ohi, il tatuaggio in Polinesia privilegia l’uso del nero a scapito del colore.
D’ispirazione geometrica, vegetale o animale, viene sfoggiato sia dagli uomini che dalle donne come
ornamento del corpo ed è fatto soprattutto per essere visto. Come il tatuaggio, la danza tahitiana,
ritenuta troppo erotica dai missionari, dovette rifugiarsi nella clandestinità fino all’inizio del XX
secolo. Il “tamurè” si balla in coppia nelle sale da ballo mentre l’”ori Tahiti”, che comporta
movimenti lenti e rapidi, si pratica in gruppo, al ritmo delle percussioni, dei canti, delle chitarre e
degli ukulele. Oggi la danza tahitiana non si limita agli spettacoli turistici, ma rimane un’usanza
popolare, elemento di coesione sociale, che culmina nell’Heiva di Tahiti (feste di luglio). Clima:
tropicale, rinfrescato dagli alisei del pacifico. due periodi caratterizzano la stagionalità climatica: da
aprile a Novembre più secco e più fresco(23/28 gradi), e da dicembre a Marzo più caldo-umido e
più piovoso (27/32 gradi). Fuso orario: - 11 h rispetto all'Italia, - 12 h quando con l'ora legale.
Infine da citare per completezza d’informazione un’ultima Collettività d'Oltremare, un’isola
disabitata nell'oceano Pacifico al largo delle coste del Messico, amministrata dall'alto Commissario
francese nella Polinesia Francese: l'isola Clipperton.
Nuova Caledonia
Situata nel cuore del Pacifico del sud, la Nouvelle Caledonie è un arcipelago circondato da
un'immensa laguna verde smeraldo dai riflessi dorati e a questa terra smisurata si possono applicare
tutti i superlativi possibili: una barriera corallina di 1 600 km, un mare verde smeraldo punteggiato
di tinte dorate, paesaggi lussureggianti, spiagge da sogno … l'arcipelago si estende per 19 000 km2 e
raggruppa la Grande Terre, l'isola più ricca e popolata, le isole Loyauté, l'Isola dei Pini, l'isola Belep
e una miriade di isolotti più piccoli. Numerose riserve naturali ospitano una fauna e una flora
variegate, con molte specie uniche al mondo. E’ un luogo dalla stupefacente diversità di paesaggi,
con montagne dalle cascate mozzafiato, pianure di terra color ocra e lagune blu, savana e foreste
rigogliose, isole con spiagge infinite. L'Isola dei Pini, un luogo senza tempo, è circondata da sabbia
bianca e acque cristalline che le hanno regalato la reputazione di eden dell'oceano. In questa terra
pacifica dove si mescolano diverse etnie, la ricchezza dell'arcipelago è strettamente legata alle
abitudini e alle tradizioni dei suoi primi abitanti, come i kanaki. I kanaki si mescolano con i
caldoches, i discendenti dei francesi, creando un'atmosfera unica. Visitare una tribù è un'occasione
unica per conoscere meglio i costumi e l'arte di vivere di questi "Mélanésiens". Le scelte che la Nuova
Caledonia offre ai visitatori sono vastissime: dalle immersioni lungo la scogliera incontaminata al
trekking nell'intatta foresta pluviale. La gente non è forse la più cordiale del Pacifico, ma se partite
armati di comprensione per le abitudini locali, apertura mentale e senso dell'umorismo, un viaggio
in Nuova Caledonia sarà indimenticabile. Clima: le stagioni sono invertite rispetto all'Italia. Si ha un
clima caldo e soleggiato con due principali stagioni: da dicembre a marzo la stagione calda con
piogge brevi e rari cicloni, da aprile a novembre si ha la stagione secca. Fuso orario: + 10 h rispetto
all'Italia, + 9 h quando da noi vige l'ora legale.
Isole Wallis e Futuna
Situate nell'Oceano Pacifico, Wallis e Futuna si trovano tra le isole Fiji a ovest, le isole Samoa a est e
le isole Tonga a sud-est. L’arcipelago è composto di tre isole principali: Wallis, Futuna e Alofi e più
di 2.000 km separano queste isole dalla Nuova Caledonia. L'isola di Wallis (Uvéa è il nome
polinesiano dato all'isola dai suoi abitanti) a 200 km a nord-est di Futuna, con una superficie di
75,64 kmq, porta il nome del primo marinaio che l'ha scoperta nel 1767, e le sue origini vulcaniche
sono evidenti nei suoi numerosi laghetti che riempiono antichi crateri. Si tratta dell’isola più animata
e popolosa dell’arcipelago, mentre Futuna (46,28 kmq) e l'isolotto di Alofi (17,78 kmq), separati da
un canale di 2 km e scoperte nel 1616 da alcuni naviganti olandesi, che le chiamarono "Îles Horn", è
un po’ più sonnolenta e legata alle tradizioni rispetto a Wallis. Priva di laghi vulcanici e di lagune,
l’isola non offre molto altro che qualche bella chiesa e se si sceglie di passarci un giorno o due,
buona parte del tempo si può trascorrere sulla bella spiaggia della disabitata Alofi. Su queste isole,
l'arte è una questione femminile, soltanto le loro mani esperte conoscono i segreti della tradizione
secolare dei "tapas", stoffe fatte con le fibre dell'albero del pane decorate con frutta, sculture e
collane di conchiglie. La vegetazione offre un insieme incredibile di alberi, dai pini, alle palme da
cocco, ai manghi e alle papaya che incorniciano sentieri che conducono verso paesaggi naturali
incantati o siti storici sorprendenti. Gli isolani hanno l'usanza di riunirsi in fale fono, capanne coperte
con un tetto di palme, per bere il kava. La preparazione di questo decotto di radici e il suo consumo
seguono regole particolari. Gli uomini sono serviti secondo il loro rango e ogni membro
dell'assemblea beve in silenzio, mentre gli altri applaudono. Il kava ha molteplici effetti: è
euforizzante come l'alcol, ma rende anche sensibili alla luce e può provocare allucinazioni, in caso di
consumo eccessivo. La cucina è d'ispirazione francese, ma si possono anche gustare alcune specialità
del Pacifico, come il pesce marinato, il pollo al Taro o il maiale allo zenzero e alla noce di cocco. La
maggior parte dei ristoranti offre una buona carta di vini, ma si beve più spesso la birra (importata
dalla Nuova Caledonia o dall'Australia). Clima: il periodo tra maggio e ottobre è la stagione secca
ed è l’ideale per visitare Wallis e Futuna. La temperatura media in questo periodo, quando l’afa è
temperata dalla brezza marina, è di 27°c ma tende a salire da novembre ad aprile, periodo delle
piogge. In questo periodo si verificano i cicloni quindi si sconsiglia di andare nell’arcipelago. Fuso
orario: + 11 h rispetto all'Italia, + 10 h quando da noi vige l'ora legale.
Saint-Pierre e Miquelon
Il dipartimento di Saint Pierre e Miquelon è situato nell'Oceano Atlantico a sud di Terranova ed è
l'ultimo lembo di territorio francese in Nord America, resto di quello che fu un grande impero che si
estendeva dal Canada alla Louisiana. L'attuale territorio è formato dalle due isole principali e da
alcuni piccoli isolotti che circondano di Saint-Pierre: Grand Colombier, Petit Colombier, Île aux
Marins (Île aux Chiens), Île aux Pigeons e Île aux Vainqueurs. L'isola di Miquelon (216 kmq), la più
estesa, è formata da tre isole: Le Cap, Miquelon (Grande Miquelon), e Langlade (Petite Miquelon),
unite fra loro da banchi di sabbia. Nell'isola di Saint-Pierre (26 kmq) si trova il principale e
omonimo centro abitato. Paesaggi spettacolari subartici dal profilo aguzzo, dal quale risaltano,
come dei coriandoli, le case colorate; la popolazione, accogliente e calorosa, vive seguendo i ritmi
del mare, rispettando la natura e vivendo in armonia con l'ambiente marino, pur portando avanti la
tradizione francese. Oltre alla scoperta del suo patrimonio culturale e storico, l'arcipelago
offre numerose attività per gli amanti della natura: randonnées, escursioni a cavallo e in gommone.
Tra le principali attività economiche sono la pesca e il turismo e da vedere sono l'île aux Marins,
un’isola-museo che ripercorre la storia dell'arcipelago, le Grand Barachois de Miquelon, la riserva di
Cap de Miquelon e le coste di Langlade e di Saint-Pierre. Clima: di tipo nordico seppur mitigato
dall'influenza oceanica e la temperatura media è di 5°C (10 - 23°C in estate, -5 - 10°C in inverno).
Fuso orario: sempre - 4 h rispetto all'Italia.
Terre Australi e Antartiche
Le Terre australi e antartiche francesi sono un territorio d'oltremare composto da cinque distretti.
Tre di essi sono subantartici e situati a sud dell'oceano Indiano: Kerguelen, Crozet e le isole Saint -
Paul e Amsterdam, il quarto è composto da isolotti per la maggior parte nel canale del Mozambico,
le isole Sparse (amministrate dal prefetto del dipartimento di La Réunion: Bassas da India, Europa,
Juan de Nova, Glorioso, e Tromelin), mentre il quinto è una porzione del continente antartico, la
Terra Adelia. La porta d'accesso è situata a la Riunione dove ha sede la sede del Territorio
con l'unica via d'accesso marittima: è l'unica parte del territorio francese che è solamente
raggiungibile via nave: qui c’è una fauna unica, nella sua abbondanza e diversità (albatros,
procellaria cinerina, pinguini, elefanti marini... a migliaia), paesaggi brulli, isole vulcaniche modellate
dalla forza del vento, della pioggia e della neve, delle luci che rendono eleganti i tramonti tropicali,
la grandezza dei ghiacciai e a volte, le aurore tropicali. Ovviamente il clima è freddo e umido con
una temperatura media annuale di 4,5°C.